Sordità

La sordità consiste nella capacità di udire di meno, e può andare da lieve (ipoacusia) a profonda. Può dipendere da cause genetiche/ereditarie, dall’invecchiamento, da lesioni dell’orecchio esterno (padiglione, condotto uditivo, timpano) o da problemi del nervo acustico o della coclea. Il processo diagnostico si avvale di esame obiettivo, audiometria e impendenzometria. Nei casi in cui un’ipoacusia cronica non risponda a trattamenti farmacologici o chirurgici, il miglior trattamento è quello della protesi acustica.

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L’Istat ci dice che un bambino su mille nasce sordo, mentre dieci bambini su 1000 lo diventano dopo la nascita: in ogni caso la diagnosi precoce è fondamentale, anche perché i disturbi di minore entità rischiano di non rivelarsi sino all’ingresso a scuola. Come riconoscere l’ipoacusia in un neonato: ad esempio, il piccolo non si accorge se sta parlando qualcuno che non vede, non riesce a comprendere da dove provengano i suoni che sente, oppure rimane indifferente in caso di rumori forti. Più avanti, potrebbe manifestare un linguaggio deficitario e tendere a tenere un volume molto alto nell’ascolto della musica o della televisione. E’ opportuno provvedere prima che l’ipoacusia possa determinare gravi conseguenze nella vita di relazione del bambino.

Nei casi in cui l’incapacità di udire bene non risponda positivamente a interventi farmacologici o chirurgici, il migliore trattamento rimane quello dell’apparecchio acustico.

La sordità non dipendente da cause genetiche può essere prevenuta evitando/curando le infezioni dell’orecchio, evitando l’esposizione prolungata a forti rumori, e facendo prove dell’udito periodiche. Va mantenuto uno stile di vita salutare, moderando la quantità di tabacco e alcol, caffeina, grassi saturi, sale e zuccheri.


Apparecchi Acustici

La cosa è perfettamente normale, il fenomeno è denominato feedback, ed avviene in genere quando il volume è troppo alto, quando si rompe il tubicino dell’auricolare o quando il microfono non è perfettamente in sede. Ma gli apparecchi di nuova generazione sono dotati di un controllo anti-feedback che addirittura anticipa l’insorgenza del fischio, evitando di incorrere in questo spiacevole disturbo.

E' necessario utilizzare un apparecchio acustico quando la perdita uditiva non è più agevolmente compensabile attraverso la diminuzione della distanza o l’aumento dell’attenzione: in questi casi l’eccessivo stress neurobiologico può produrre non solo un peggioramento dell’udito stesso, ma anche una serie di dinamiche negative a carico dell’umore e della capacità di relazione.

Il costo di un apparecchio acustico dipende dalla tipologia e dimensioni (interno, esterno) e dalla tecnologia e servizi che l’utente desidera o necessita

Vi sono apparecchi acustici interni od esterni, per cui è evidente che nel primo caso debbono inserirsi nel condotto uditivo fino a chiuderlo, mentre nel secondo caso si posizionano dietro l’orecchio, poiché dispongono di un tubicino che si introduce nel condotto uditivo. Se a livello tecnologico le due tipologie di apparecchi possono assomigliarsi, è invece maggiore l’amplificazione del suono negli apparecchi retroauricolari.

Gli apparecchi acustici moderni non sono semplici amplificatori di suoni, ma sono in grado di ridurre i rumori di fondo affinché possa udirsi più chiaramente la voce dell’interlocutore. Inoltre, essi rispondono alle necessità dell’utilizzatore poiché vengono programmati per supplire esattamente alle specificità della sua perdita uditiva.

La scelta di un apparecchio acustico si basa essenzialmente sul livello di perdita uditiva, sulla comodità desiderata (apparecchi interni o esterni) e sulla tecnologia e servizi desiderati

Oggi la tecnologia permette di concentrare in un guscio personalizzato, e che misura meno di un centimetro, una potenza di amplificazione e di tecnologia/servizi senza precedenti, con il beneficio di un elevato livello di discrezione, poiché l’apparecchio è sostanzialmente invisibile. In sostanza la persona sente bene, e solo lei sa come: nessun imbarazzo, solo efficienza e confort.

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Il miglior apparecchio acustico è quello che risponde alle esigenze dell’interessato: livello di perdita uditiva, ricerca di maggiore comodità, connettività e tecnologia desiderate.

Si tratta di un tema molto delicato poiché non vi è la garanzia di una perfetta igienizzazione dell’apparecchio nel momento in cui esso venisse passato da un utente ad un altro alla fine del periodo di prova/noleggio.

Maico offre la possibilità di pagare l’apparecchio in rate personalizzate a tasso zero, con vari sistemi di pagamento (carta di credito/debito, assegno o bonifico): nel mentre, garantisce tutti i suoi servizi di assistenza gratuita per il cliente. Sentire bene è un diritto di tutti.

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Gli apparecchi acustici normalmente utilizzano batterie di lunga durata: ma se l’utente vuole evitare di doverle sostituire periodicamente, esistono anche apparecchi con batterie ricaricabili, dotati di apposite stazioni di ricarica, fisse o mobili, che hanno anche la capacità di deumidificare l’apparecchio, evitando il pericolo di infezioni.


Acufene

Certamente, si consiglia comunque di evitare l’uso di tappi per le orecchie, perché aumentano la percezione dell’acufene. E’ anche consigliabile masticare un chewing-gum o deglutire/sbadigliare spesso per evitare la sensazione di “orecchie tappate”.

L’acufene può colpire chiunque, non vi sono distinzioni di età e sesso, anche se l’invecchiamento e l’esposizione continuata a forti rumori possono favorirne l’insorgenza.

Soffrire di acufene significa sentire un rumore fastidioso, generalmente un fischio, all’interno dell’orecchio o al centro della testa, in modo continuativo o intermittente, con un’intensità variabile da caso a caso.

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Non c’è una diretta correlazione tra acufene e alimentazione, tuttavia l’abuso di grassi saturi, di alcol e caffeina, possono favorire un’aumentata percezione del disturbo

L’acufene è un disturbo che non si manifesta nello stesso modo in tutte le persone, poiché cambia il rumore percepito (può trattarsi di un fischio, di un sibilo, oppure di un fruscio), la sua intensità (debole o forte) e la durata (può essere continuo o intermittente). In relazione quindi all’intensità del disturbo ed al tipo di gestione dello stress della persona colpita, l’acufene può essere una condizione sopportabile o invalidante.

Accertata la causa del disturbo, le conoscenze attuali permettono di ottenere un grande sollievo nei casi di acufene, attraverso l’utilizzo di apparecchi acustici che contrastano le frequenze del rumore percepito. A livello complementare si utilizzano anche la terapia del suono (ascolto di rumori grigi che rilassano e diminuiscono la percezione del disturbo), il counseling, la psicoterapia con approccio cognitivo-comportamentale) ed anche alcune tecniche manipolative (es. osteopatia, chiropratica, ecc.).

La privazione del sonno è uno dei corollari più invalidanti dell’acufene: è possibile tornare a un sonno soddisfacente attraverso l’uso di apparecchi acustici e con l’utilizzo di tecniche di respirazione e rilassamento. Nei casi più gravi, di competenza medica, si fa ricorso ai farmaci.

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